LO SCAUTISMO NELLA GRANDE GUERRA (di Marco Perale)
La filatelia scout ha fatto il suo esordio negli spazi espositivi di Longarone Fiere. In occasione di “Outdoor - Expodolomiti”, la rassegna annuale dedicata ai materiali per il turismo e lo sport in montagna, in questo 2008 non poteva non trovare spazio una vasta sezione dedicata ai 90 anni della Grande Guerra, in buona parte combattuta proprio sul fronte delle Dolomiti. In questo ambito il Circolo Filatelico e Numismatico Bellunese ha esposto due collezioni, una dedicata alla storia postale bellunese nel periodo della Prima Guerra Mondiale ed una intitolata “Lo Scautismo nella Grande Guerra”.
Suddivisa in 24 fogli, la collezione segue un percorso cronologico, dalla mobilitazione generale nell’Europa del 1914 fino alla dissoluzione dell’Impero asburgico del 1918/19, ma seguendo anche una serie di filoni tematici (scout e bandiere nazionali, retorica e ironia scout, particolari figure o episodi di eroismo scout sui diversi fronti, temi sempre trattati attraverso cartoline viaggiate in quegli anni) cercando comunque di seguire in particolare la nascita e l’evoluzione del movimento scout in Italia, dal nazionalismo non alieno da venature di militarismo che si percepisce in buona parte del materiale del Cngei di allora fino ai primi passi dell’Asci.
Tra i pezzi esposti, a fianco di alcuni “classici” come una raccomandata spedita da Vienna a Praga nel novembre del 1918 con doppia affrancatura austriaca e del recapito scout cecoslovacco, merita una segnalazione qualche altra testimonianza postale dell’epoca.
Ad esempio la cartolina spedita il 19 novembre del 1915 da Roma a Firenze e scritta di suo pugno dal generale Amadasi, un eroe della Guerra d’Africa del 1896 (col grado di Maggiore si era distinto nella battaglia del Monte Mokram) che testimonia anche in Italia lo stretto legame tra l’esercito e il neonato scautismo italiano.
Ancora più interessante è la cartolina scout tedesca (Pfadfinder Postkarte) viaggiata il 10 gennaio del 1916 in franchigia dal campo di addestramento denominato “Lockstedter Lager” nell’Holstein, al confine con la Danimarca.
In quei mesi il Campo di Lockstedt era diretto da quel Maximilian Bayer che non solo nel 1909 fu con Alexander Lion il primo traduttore in Germania di “Scouting for Boys” ma è anche l’ufficiale tedesco che, nominato governatore prima a Liegi e poi a Bruxelles, impiegò gli scout tedeschi in mansioni logistiche sul fronte belga, dando vita ad un filone tanto ricercato quanto raro di filatelia scout. Nell’agosto del 1915 fu chiamato a istruire un corpo di volontari finlandesi: è proprio il corso di addestramento che fu ospitato a Lockstedt e venne chiamato da Bayer “Pfadfinderfeldmeisterkurs”, cioè “campo scuola per capi scout” e per la posta vi si utilizzarono cartoline scout come questa.



Filatelicamente spettacolare ma soprattutto significativa, infine, per comprendere l’universalità del messaggio scout è la busta spedita il 17 settembre del 1918 da uno scout austriaco ad un “Padvinder” olandese e viaggiata tra Vienna e Rotterdam con tanto di timbri e etichette della censura militare, suggellata sul retro da un chiudilettera scout timbrato all’arrivo in Olanda. Una piccola dimostrazione che il dialogo era ancora possibile, anche negli ultimi mesi di guerra, in cui qualcuno cominciava a sognare il primo Jamboree mondiale.



(dal Notiziario AISF 6/2008)